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Le ultime uscite discografiche:Fabrizio Canale, Mighty Sam McClain e Knut Reiersrud, Alligator Nail, Mike Eldred Trio, Locomotive Breath, BigFly & Mosquito Boogie, The MadTones, I Separatisti Bassi,The Bluesmen, Big Black Mama, Honky
Tonk Trio, Citrolo - Triassi, Quartetto Z, FourFried
Fish, Comin Home, Depot, Deep Down Blues, Bloozeheadz, Claudio
Scott, Duo Terlingo & Sacchi, The Rude Mood. |
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CD CD1 CD3 CD4 CD5
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Fabrizio Canale
www.myspace.com/johntheconqueroo
Il Ferrara Buskers Festival è sempre una buona occasione per racimolare qualche CD di ottima fattura. Dall'Edizione 2011 del Festival, segnaliamo l'ultima produzione di FABRIZIO CANALE. Cresciuto a "pane & blues", bassista dei reggini BAD CHILI, dobro, voce e armonica del duo LIGHT CHILI insieme con il padre DOMENICO (voce e armonica), ora si presenta come "one man band" con questa produzione interamente registrata in proprio. Con quattro tracce su dieci composte da lui, in questo lavoro emerge il talento di chi ha molto da dire nell'universo musicale. Poco più che ventenne, si mostra in tutta la sua poliedricità: ottimo vignettista, compositore, bassista di vaglia, completamente a proprio agio come vocalist (sprezzante e disinvolto anche alle prese con un coinvolgente falsetto), alla dobro offre esclusivamente accordature aperte, come armonicista mostra doti eccellenti. Senza dimenticare che in ogni show dal vivo, questo menestrello del terzo millennio offre uno show coinvolgente e senza un attimo di tregua, quasi fino allo stremo delle forze.
Può bastare?
Il CD è un'altalena di emozioni, da DEATH LETTER di Son House (uno dei padri della dobro) fino al dolce personalismo di FIORDILOTO finale, dopo aver affrontato classici del calibro di KEY TO THE HIGWAY.
Buon sangue non mente. Paolo Santini
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Mighty Sam McClain e Knut Reiersrud "One drop is plenty "
KKV
One drop is plenty celebra l'incontro tra un peso massimo del soul-blues tradizionale, Mighty Sam McClain, e uno dei piu' brillanti chitarristi e arrangiatori di blues del Nord Europa, il norvegese Knut Reiersrud; il risultato e' un disco assolutamente puro, sincero e incontaminato che restituisce in chiave moderna quel sentire emotivo che solo in pochi grandi interpreti vocali scaturisce dal profondo dell'animo. Soul-blues diretto, scheletrico ed essenziale pronto a colpire l'animo umano, frutto della vocalita' pastosa e calda di un uomo, Mighty Sam McClain, segnato dalla vita del circuito Chitlin, come cantante solista prodigio del chitarrista R&B Little Melvin Underwood, dal successo - siamo nel lontano 1966 - del remake di Patsy Cline Sweet Dreams e ancora dall'oblio duro e umile del comune musicista di New Orleans. Un destino proprio a tanti artisti che raramente hanno la forza di tornare ad alzare la testa; Mighty Sam McClain ha avuto quella beata ostinazione; produzioni su AudioQuest Music, Telarc Blues, due album nominati per il prestigioso W.C. Handy Award, duetti con Bon Jovi, apparizioni su palchi importanti (The Lincoln Center, The Kennedy Center) e nei principali festival europei, collaborazioni transculturali (Scent of Reunion--Love Duets Across Civilizations in compagnia della vocalist iraniana Mahsa Vadhat). Le 11 canzoni di One drop is plenty sono essenziali, costruite con arrangiamenti privi di fiati e cementate da una orchestrazione delicata, ideale per esaltare l'emotivita' vocale di McClain e il chitarrismo prezioso, fluido e gustoso dello stesso Reiersrud. Una delle piu' belle produzioni di soul-blues degli ultimi anni. Gianandrea Pasquinelli
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Alligator Nail "Gerizon "
Alligator Nail
Guidati dalla istrionica cantante-pittrice Stefania Ghizzoni, gli Alligator Nail con Gerizon producono un lavoro, ancorato alla matrice blues, ma con un'ambizione di scrittura importante e autorevole; per cominciare 8 delle 9 tracce sono del tutto originali (unica cover Hound Dog) e spaziano su territori musicali vari ed estremamente godibili pur mantenendo un' amalgama omogeneo grazie alla bravura della band tutta e in particolare dei ricami dell'armonica moderna di Giorgio Peggiani; accertato che la vocalità della Ghizzoni è protagonista certa (a proposito mi spiegate il titolo ?), due elementi colpiscono il partigiano ascolto, l'armonica di Peggiani, il cui fraseggio, preso in parte a prestito al cromatismo-funky di Carlos del Junco, è occulto protagonista e la straordinaria emotività solista di Mauro Ottolini (trombone), presente nelle tracce Please come to me Jesus e New Orleans' call; mi fà ancora piacere ricordare lo strumentale per armonica dai sapori Felliniani - Zio Beppe - ; la presenza di elementi personali, Thank you Claudy, dedica soul al musicista e amico prematuramente scomparso, Claudio Bosio e l'autobiografica, I broke my femur but I'm happy, con tanto di sirena e dilatazione spazio-temporale post-analgesia. In altre parole, un lavoro di classe, pregevole, governato con sapienza da Lady Crocodile in piacevole compagnia. Gianandrea Pasquinelli
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Mike Eldred Trio "61 and 49 "
Blues Bloulevard
Mike Eldred, chitarrista e cantante di provata esperienza, uno dei migliori esponenti della "Americana Music", ci presenta un'amalgama di roots music, frutto di una sintesi di diversi stili, blues, R&B, rock & roll, e country. Eldred che vanta numerose collaborazioni, ha suonato e inciso con Lee Rocker, energico bassista dei Stray Cats; negli ultimi anni ha formato un trio, che lo vede assoluto protagonista in compagnia della collaudata sezione ritmica dei grandissimi Blasters, John Bazz (basso) e Jerry Angel (batteria). 61 and 49 è la seconda uscita del Trio; 13 tracce tutte composte da Mike Eldred, con ovvie influenze Rockabilly (le iniziali She's Rocket e Jake's boogie) alternate a momenti più intimisti, come la jazzy "Ms Gayle's Chicken House" con in bella evidenza la chitarra dell'amico Scotty Moore (ex Elvis Presley). Il disco, impreziosito dalla presenza, oltre del già citato Scotty Moore, di Cesar Rosas (Los Lobos), dello scomparso Ike Turner, di cui possiamo apprezzare il percussivo pianismo in "Jimmy Jimmy" e di Kid Ramos (Fabulous Thunderbirds), offre ancora un toccante slow-blues "Ruby's blues" e un paio di siparietti acustici; nel primo, 61 and 49, Eldred armato di slide, sciorina un bluesaccio di sapore deltaico, nel secondo, "Don't go down there", Eldred si cimenta in una church song tutta giocata tra il canto pastorale e le incalzanti risposte del coro. Uno dei migliori lavori roots dell'anno !! Gianandrea Pasquinelli
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Locomotive Breath "Shuffle Train "
locomotivebreathband.it
Prima uscita discografica di un giovane quartetto toscano - i Locomotive Breath - frutto dell'incontro di Michele Biondi (chitarra e voce) e di Alex Leoni (chitarra), due virgulti cresciuti alla famosa scuola blues di Nick Beccattini e Sergio Montaleni; il risultato "Shuffle Train" è un discetto di matrice rock-blues, corto (7 canzoni), e questo di questi tempi è un pregio, frizzante e ad alto tenore energetico, corroborato da quattro tracce originali su cui spiccano l'omonimo Shuffle Train e Keep on Running aperto da un serrato giro di basso dell'endomiabile Federico Paoli, e da tre remake di altrettanti artisti italiani, Nick Beccattini (Pistoia Blues), Leo Boni (Girls) e il sempreverde Fabio Treves (Windy City Blues); ad aprire e chiudere il CD due ghost tracks brevissime, declinate alla slide, per un doveroso omaggio alla matrice, quella acustica, madre generosa di tutti i dialetti blues. Se la tecnica e l'abilità di scrittura di Biondi e Leoni non si discutono, quello che colpisce è proprio la maturità nel proporsi con un lavoro sintetico ed originale impreziosito da citazioni che rendono doveroso omaggio a chi ha contribuito a scrivere una parte della storia musicale di casa nostra. Ben fatto ragazzi. Gianandrea Pasquinelli
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BigFly & Mosquito Boogie "One Shot One Song "
Info
Con una confezione brillante, che ricorda la copertina originale della Hollywood Fats Blues Band, si presentano i Riminesi, BigFly & Mosquito Boogie, al secolo Marco Betti (voce e armonica) e Stefano Mosconi (chitarra), due vecchie conoscenze del circuito blues emiliano-romagnolo. Il disco, "One Shot One Song" è un omaggio alle più classiche scritture blues, che qui troviamo con convinzione e perizia caparbiamente riproposte; Help Me, I'm Ready, I wish you would, Mellow Down Easy, She's tuff. Il disco scorre rapido tra peripezie melodiche che ora riguardano le ance di Betti e ora le corde di Mosconi e vocalità presente, calda e intonata a prevalere su una base ritmica che incalza; è in ultima analisi uno spaccato fedele dello show che il quartetto propone sui palchi del nostro versante musicale; quello che manca è un pizzico di audacia, un tentativo di scrittura originale, qualità che si pretendono da musicisti maturi e navigati, anche per sondare appieno la dimensione del personale viaggio musicale. Intrattenitori e goliardi, impertinenti e divertenti, i BigFly & Mosquito Boogie sono e rimangono animali da palcoscenico. Gianandrea Pasquinelli
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The MadTones "10-10-10 "
www.themadtones.com
Partendo da un substrato decisamente funky, THE MADTONES decollano verso una musica da loro stessi definita a tratti "estatica ed esplosiva al contempo". Il messaggio è chiaro: una musica aperta al nuovo, in costante ricerca e fortemente influenzata da tratteggi etnici in parte eurasiatici. Il tutto sapientemente farcito da effetti sia vocali che strumentali che da un lato enfatizzano la curiosità d'ascolto ("Better things") e dall'altro assumono toni conturbanti nella lisergica "Sinestesy". Inequivocabilmente funky in "Brain Healing", dove finalmente cogliamo i primi guizzi diatonici ai quali ci ha abituato Fred Brindisi. Ci tuffiamo nuovamente nella seconda parte del CD in brani che esprimono questa loro visione costantemente orientata verso nuovi orizzonti.Un'ottima sezione ritmica composta da MICHELE "GUBA" GUBERTI (da sottolineare i suoi assoli alla chitarra), LUCA "RUBBY" RUBBI (basso), GIACOMO "GOLDO" GOLDONI (batteria) che abilmente segue le improvvise accelerazioni del band leader FRED BRINDISI (voce, armonica, sax, flauti), artista sempre alla ricerca, quanto mai completo ed eclettico. Composto, eseguito e prodotto in proprio (si poteva fare di più?), altro non lascia se non l'auspicio che la strada percorsa finora abbia un seguito. Affascinante. Paolo Santini
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I Separatisti Bassi "Live a San Vito al Tagliamento "
"Euskadi Ta Askatasuna" (letteralmente "per un paese basco libero"): questo è il motto del più celebre movimento separatista spagnolo. Parafrasando tale motto I SEPARATISTI BASSI invocano ugual dignità e parità nel vasto panorama musicale con una formazione tutt'altro che usuale. Nata dall'idea del band leader MAURO OTTOLINI di riunire strumenti (per la maggior parte a fiato) che suonano nel registro grave della famiglia di provenienza, questa formazione ci offre in questo LIVE A S.VITO AL TAGLIAMENTO un repertorio decisamente fuori dal comune. Fondendo un background jazz insieme al repertorio di compositori contemporanei, quali Schonberg su tutti, ma anche Giovanni Maier, e Ottolini stesso, i SEPARATISTI si lanciano verso l'esplorazione musicale, verso frontiere decisamente nuove rispetto all'ascolto "convenzionale". Un CD a tratti conturbante, ma che al tempo stesso in grado di suscitare quella curiosità verso il nuovo che porta a seguire la musica. Un CD nel quale un adattamento tratto da una composizione di Henry Mancini crea, sì, un ideale punto di rottura (per alcuni aspetti già introdotto da "Luigi IX's Funeral"), ma che consente un momentaneo calo di tensione, prima del rush finale "Low Band Final Cluster".
I dieci artisti che fanno parte dell'ensemble sono: MAURO "8" OTTOLINI (trombone, tromba bassa e susafono), ACHILLE SUCCI (clarinetto basso), MASSIMO DE MATTIA (flauto basso), FRANZ BAZZANI (pianoforte), GIOVANNI MAIER (contrabbasso), VINCENZO VASI (theremin, voce e vari strumenti "giocattolo"), GIANNI MASSARUTTO (armonica basso), DAVID BRUTTI (ai sax baritono, basso e contrabbasso), DANIELE D'AGARO (sax baritono), MIRKO SABATTINI (percussioni). Un lavoro destinato ad un orecchio orientato alla musica contemporanea. Per amanti del genere. Paolo Santini
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The Bluesmen "Rebels "
www.thebluesmen.it
Where are all the rebels? E' la domanda iniziale alla quale THE BLUESMEN
intendono dare la loro risposta, utilizzando il modo a loro più
consono. E quindi, in musica ovviamente. Rebels: ovvero ribellione da
ogni sorta di schema che ti impone paletti invalicabili. In questo
caso, The Bluesmen escono dal tracciato prettamente blues tipico del
loro passato, per dar vita ad un CD che ripercorre vari generi
musicali, dove si possono cogliere, sì, influenze, ma che comunque
rimane assolutamente originale. Musica evocativa da ascoltare ad occhi
chiusi ed immediatamente appare davanti agli occhi il loro book
fotografico. Si parte con l'ambientazione western di WHERE ALL THE
REBELS?, con tanto di armonica suonata al modo dei bianchi del lontano
Ovest, per passare poi a AT THE WINDOW, dolcissima ballad -
indubbiamente il brano più sensuale ed emozionante del CD, con uno
splendido assolo di chitarra sulle orme di Jeff Beck in "People get
ready". THE COLLECTOR, incredibilmente "black", coadiuvata da una
sezione fiati di tutto rispetto. BLUES IN THE SUN, è innegabilmente una
traccia "MADE IN THE BLUESMEN" (ci si sente dentro tutto il loro modo
di intendere il blues da sempre). Via via che l'ascolto procede,
arriviamo a PHOEBE, con sonorità sulle orme di Dave Grusin. La ruvida
ed elettrica AUTOMATION TOWN, il Rithm&Blues di BABY TAKE A U-EY,
l'elegante fingerpicking solista di REEL SEEKER, l'affascinante ELEGANT
BLUES, il tuffo nei sixties di SLOW DOWN BOB, il giocoso country da
saloon di CANYON RIDERS, ed infine il feeling malinconico della traccia
conclusiva TEN MILES TO MEXICO. ROBERTO FORMIGNANI (veramente spettacolare come solista alla chitarra, vocals e armonica), MASSIMO MANTOVANI (vero "guru" di piano, tastiere e arrangiamenti dei fiati), ROBERTO POLTRONIERI (basso, banjo e pedal steel), ROBERTO MORSIANI
(eccellente batterista ex-Skiantos, solo per citare una delle sue
innumerevoli partecipazioni): questi sono i componenti del quartetto
THE BLUESMEN, coadiuvati per l'occasione da DIRK HAMILTON (alla voce; ogni ulteriore presentazione sarebbe superflua), la sezione fiati di vaglia composta da FEDERICO BENEDETTI e STEFANIA BINDINI (sassofoni), RICCARDO BALDRATI (tromba e trombone) e infine FLAVIO PISCOPO (Congas). CD prodotto dall'Associazione Musicisti di Ferrara
(AMF), della quale tutti i musicisti citati fanno parte e che si sta
impegnando con vigore nella promozione autonoma di musica d'autore
composta ed eseguita nell'ambito dell'Associazione e alla quale va
senza dubbio indirizzato un plauso per un tale sforzo portato avanti in
un momento non propriamente facile per il settore della musica.
Veramente coinvolgente. Paolo Santini |
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Big Black Mama
"Big Black Mama"
Big Black Mama
My Space Big Black Mama
Una
band giovane di Firenze, un quintetto radicato nella roots music con un
sincero e forte vincolo nella matrice blues, questo in sintesi le
coordinate in cui si muovono i Big Black Mama giunti all'esordio
autoprodotto omonimo. La band capitanata da Mirko Solini (chitarra e
voce) e da Enrico Forasassi (armonica, voce) propongono 10 tracce
vibranti, compatte e trasudanti energia "giusta" di blues elettrico; il
disco si apre con un omaggio alla terza fase artistica di Paul
Butterfield, quella "New Walking Blues", che tanto fece discutere gli
estimatori dell'intensità virile del grande Butter; passando attraverso
una rilettura del Diddley beat e del Sonny Boy II pensiero (Help Me),
il disco scorre lieve; un richiamo convinto al Southern Blues Funk di
Albert King (Born Under a Bad Sign) prelude ad una piccola sorpresa, la
side minore, di grande sublime bellezza, di Little Walter, Boogie, in
cui Forasassi si cimenta con padronanza di fraseggio e compiutezza
dinamica. Big Black Mama dimostrano con questo lavoro piena padronanza
del genere e ampi margini di crescita. Ne vedremo delle belle. Gianandrea Pasquinelli
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Honky
Tonk Trio
"Blues&Beyond "
honkytonktrio.goasp.eu
www.giannimassarutto.com
Veramente radicato
nelle origini di quei generi musicali precursori del blues, in pratica
una "genesi" musicale, questo CD di HONKY TONK TRIO. Che,
guarda caso, ha un titolo a dir poco emblematico: BLUES &
BEYOND. Sonorità della New Orleans di inizio '900, ben
sostenute da una base ritmica composta da BERTO ZORZI
al pianoforte e MAURIZIO "ZEZE" MOSCHINI al
contrabbasso, fanno da spalla all'armonica di GIANNI MASSARUTTO,
in grado di esprimere tutto il feeling delle voci della black music dei
padri del blues. Lungo l'ascolto delle dieci tracce di veri mostri
sacri tra i quali Irvin Mills (St.
James Infirmary Blues), Willie Dixon (Hoochie Coochie Man) , Robert
Johnson (They're Red Hot) e un
quasi "sconosciuto" Rice Miller (ai più noto come SONNY BOY WILLIAMSON
II con la sua Help Me).
La tradizione messa al servizio di chi oggi si stesse chiedendo dove
tutto ebbe inizio; ovviamente secondo la loro visione certamente non
filologica, ma che permette al Trio di dare prova della loro abilità (e
dove Massarutto dà grande sfoggio di tutta la tecnica che conosce per
porre i brani proposti senza dubbio sullo stesso piano della bellezza
nativa). Unico brano di recente composizione è il traintime Cold
Fountain Express, piccolo treno a vapore probabilmente proveniente
dalla Big Pordeno City.
Un lavoro di indubbia classe. Paolo Santini
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Davide Citrolo -
Leonardo Triassi "Acquerelli "
Acquerelli
e' l'incontro di due virtuosi del rispettivo strumento, Davide Citrolo,
chitarra e Leonardo Triassi, armonica e del desiderio di comunicare una
personale visione del linguaggio mediterraneo; quello di Citrolo e
Triassi e' un viaggio, qui sintetizzato per comodita' in 12 tracce
strumentali, iniziato molti anni fa' lungo le insicure sponde del delta
afroamericano e giunto a sofferta maturazione nel piu' temperato e
dolce spazio vitale mediterraneo; 12 tracce originali e ricche di
spunti poetici tracciati con i solchi autarchici di una chitarra
fingerpicking e incernierate dalle posizioni atipiche dell'armonica
diatonica, di cui e' indiscusso padrone Leonardo Triassi; 12 sketch di
vissuto quotidiano, di paesaggi marittimi, di chiazze di cielo,
acquerelli, chiazze di colore sulla pelle arsa dal sale e dal sole; il
lavoro di Citrolo e Triassi descrive una forma di arte musicale che
soddisfa i palati avidi del bello come sancisce l'occhio che nel corso
dell'ascolto indugia sugli acquerelli di Enrico Cataldo, selezionando
per istinto ora immagini ora suoni con grande semplicita' e coerenza
immaginando per un attimo di guardare lontano lungo la Conca d'Oro. Una
festa dei sensi. Gianandrea Pasquinelli |
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Quartetto
Z "Volume 1 "
Eleganza
e raffinatezza. E' il binomio che suscita l'ascolto di questo VOLUME
1 del QUARTETTO Z.
Composto da musicisti del calibro di PASQUALE MORGANTE al piano,
STEFANO MELLONI ai sax contralto e soprano, ALEX CARRERI al
contrabbasso e STEFANO PERETTO alla batteria, il Quartetto dà nuova
linfa a brani appartenenti alla tradizione pop di un arco temporale che
copre quarant'anni, rivisitandoli in chiave morbidamente jazz. E, come
se non bastassero i sensuali assoli di Melloni, il CD vanta anche
prestigiose presenze vocali quali, SILVIA MEZZANOTTE, MIRCOMENNA,
ANDREA MIRO', FRANZ CAMPI, GIANNI TOGNI,ISKRA MENARINI e CLAUDIO LOLLI.
Quando l'ascolto giunge all'ultima traccia ( UNA CAREZZA IN UN PUGNO
che mai, per mille differenti motivi, il Clan avrebbe potuto
concepire), arriva come "ciliegina sulla torta" una pseudo-ghost track,
ovvero LA CANZONE DI MARINELLA, svuotata della sua triste vena
malinconica, ma ugualmente resa unica dal feeling volutamente ricercato
dal Quartetto. Notevole. Paolo Santini |
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Four Fried Fish
& Flyin' Horns "Love can
change anything "
www.fourfriedfish.net
Tornano
i FOUR FRIED FISH
& FLYIN HORNS
con il loro "Love
can change anything",
lavoro di tutto rispetto, nel quale la band veneta esplora vari generi.
L'apertura con la strumentale "Something will change tonight" ci
dà
immediatamente un assaggio delle potenzialità che la compagine
può
esprimere. Indiscutibile la vocazione al jazz, funky e R&B, anche
se si apprezzano "Goin' down" (special guest un toccante Marco Pandolfi
all'armonica), col fascino misterioso di un sound etnico e tribale,
sapientemente miscelato con un testo totalmente black, e l'evocativa
"Rain in Paris roads", vagamente Irish. Tracce di "produzione propria",
con FABIO RANGHIERO nella molteplice veste di compositore, arrangiatore
nonchè pianista-tastierista e background vocalist, e FLAMIANO MAZZARON,
a cui si devono i testi oltre che essere lead voice e chitarre del
gruppo. Il resto della band vede LUCA ZULIAN al basso e MARCO CARLESSO
alla batteria. Doverosa citazione ai FLYIN HORNS, una sezione fiati che
non lascia certo indifferenti, composta da ERMANNO ZUCCATO (sax e
flauto), MAURIZIO SCOMPARIN (tromba), LUCA MORESCO (trombone), che
dà
il massimo lungo tutto il CD, con una passerella personale in "Doggy
Style". Entusiasmante. Paolo Santini |
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Federico
Benedetti "Comin
Home "
www.federicobenedetti.com
COMIN HOME rappresenta il saluto che FEDERICO BENEDETTI
vuol portare alla sua città , dopo anni di intenso lavoro in terra
d'oltralpe. E lo fa nella maniera che meglio conosce. Federico,
poli-sassofonista di indubbia impostazione jazzistica, ci offre questo
CD, composto quasi interamente da lui stesso (a parte AB
Blues di Massimo Mantovani, la reinterpretazione di un
brano di Fiorenzo Carpi tratto dalla colonna sonora di Pinocchio di
Comencini, e lo standard All the things you are
di Kern), nel quale si avverte immediatamente la connotazione bebop
prevalente. Ispirato dai grandi della seconda metà del secolo
scorso
(Thelonius Monk, Charlie Parker, Horace Silver solo per citarne
alcuni), Benedetti ci offre buon jazz con la ritmica giocosa
sudamericana a tratti alternata ad un paio di ballad (Compared
to what? e Geppetto Song) che
rendono il suo mix gradevole e di grande effetto. Nella copertina
interna del CD merita la citazione la dedica alla moglie Susanna (che
ha provveduto tra l'altro anche alla parte artistica figurativa che
appare in copertina) ed a Roger Guerin (collega ed amico di tante
avventure musicali in terra di Francia, scomparso nel 2010).
Hanno suonato in Comin Home: STEFANO PERETTO e LELE BARBIERI
(Batteria), MASSIMO MANTOVANI (pianoforte), ROBERTO BARTOLI (Basso), e
ROBERTO FORMIGNANI, LORENZO PIERAGNOLI, ROBERTO POLTRONIERI (chitarra).
Doverosa menzione all'Associazione Musicisti di Ferrara (AMF) che, da
qualche tempo a questa parte, provvede in piena autonomia alla
produzione indipendente di musica d'autore ed alla quale si deve la
pubblicazione di questo CD. Iniziativa che, assieme al lavoro di
notevole spessore svolto all'interno della Scuola di Musica Moderna,
pone Ferrara quale piccola, ma indubbia "capitale musicale" emiliana.
L'imperativo è d'obbligo: assolutamente necessario proseguire su
questa
strada. Paolo Santini |
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Depot
"Diamond Joe "
www.myspace.com/depotblues
L'ultimo lavoro di Depot (Manchester, UK)
costituisce l'ennesima conferma delle capacità di scrittura del
multistrumentista Mat Walklate; in compagnia del sinergico chitarrista
Faul Bradley, Walklate ha la capacità di scomporre i clichè del
blues
acustico in blocchi melodici estremamente attuali e del tutto godibili
anche all'ascoltatore non di genere; una qualità che consente ai
Depot
di citare e innovare producendo canzoni dalle melodie insidiose e
moderne; esempi sono la citazione del fife Mississipiano, le cui tracce
restano indelebili in 'In my sight' o l'incipit di 'No lovin' now' che
si deposita sul verso di How long blues (Leroy Carr); blues e non solo;
legame per le forti melodie irlandesi emergono in 'Diamond Joe', che
dà
il titolo al disco, ballata struggente e dominata dalla tradizionale
uilleann pipe; a ricordare che Walklate è anche sapiente armonicista,
l'ultima traccia 'Cold in hand', caratterizzata da un ostinato di
armonica, chiude il lavoro di uno dei più originali combo acustici del
vecchio continente. Gianandrea Pasquinelli |
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Deep Down Blues "VVAA
"
www.crotalo.com
Il Blues un genere musicale o meglio un'idea di musica
che può rappresentare una opinione, un sentimento, il riconoscersi, il
gradimento di un gruppo di persone che in maniera frugale e volatile si
raccolgono improvvisamente come fantasmi intorno al bisogno di esserci
comunque, indipendentemente dai finanziamenti, dalle mode, dalle
possibilità di un ricavo economico; una necessità obbligata
che
traspare netta in questa raccolta apparentemente eterogenea di artisti,
supporter, finanziatori, promotori; Blooze People & Costa Bros,
Kayman Rec & Martin, Crotalo Rec., Lombardi Amplificazione e
l'ex-assessore Alberto Ronchi; una raccolta di musicisti e di uomini
che è anche una dedica, un memento per chi è colpito da un eccesso
genetico - la Sindrome di Down - e condivide come Associazione CEPS i
dolori e le solitudini di chi sul blues ha avuto un destino vissuto;
Deep Down Blues; un disco quindi che oltre i contenuti artistici,
ognuno ha preferenze negli ascolti, le mie ricadono su Gabriel Delta,
Enrico Micheletti, Massimo Sbaragli e Oracle King, E' principalmente un
manifesto al bel sentire ormai sepolto dalle continue nefaste vicende
del nostro desolante quotidiano. Chapeau. Gianandrea Pasquinelli |
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Bloozeheadz
"Da dove veniamo
? Chi siamo ? Dove andiamo ? "
www.crotalo.com
Ermanno Costa da Imola ha molti meriti; per
chi lo conosce da tanti anni, l'abilità nello scoprire e formare
stabilmente giovani talenti rappresenta una delle sue grandi e primarie
qualità ; Bloozeheadz ovvero Alberto Bazzoli (piano e tastiere) e
Eugenio Primo Saragoni (batteria e percussioni) sono un duo forlivese
che sotto l'egida dialettica di Costa ha iniziato a sviluppare un
linguaggio autonomo costruito su celle stilistiche multiple di
derivazione blues, jazz, gospel; la composizione si sviluppa con una
certa fluidità onirica rappresentativa di una dimensione melodico
/
armonica primordiale che trova sfogo nel solista di turno, Roberto
Bartoli (contrabbasso), Ermanno Costa (armonica), Chris Yan (sitar e
altri etno-strumenti); la voce di Yvette Casini (bentornata) implementa
un disco minimalista che costituisce un buon esordio delle nuove leve
della scuderia Blooze People. Gianandrea Pasquinelli |
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Claudio Scott
"The Wind"
www.claudioscott.com
Non si può certo definire un
esordiente CLAUDIO SCOTT che, con questo suo THE
WIND è giunto alla decima incisione. Armonicista,
chitarrista,
cantante, questi gli aspetti musicali di Claudio che nel suo CD mette
in mostra ottime doti di bluesman in JACK'S JACK, tra l'altro una delle
poche tracce cantate in italiano. Infatti Claudio nato da padre
italo-svizzero e madre italiana emigrati in Belgio a rinfoltire la
schiera dei tanti connazionali impiegati nell'attività mineraria
degli
anni '50, predilige la lingua francese con la quale ci offre la maggior
parte del suo bouquet musicale. A proprio agio in
particolar modo in una pop music fatta di malinconica chanson
française
dalla quale fa capolino il tipico cuore italico, Claudio,
autore di nove delle undici tracce, vanta amicizie di tutto rispetto
(Michel Erblin - armonica in MONTMARTRE - Goran Kuzminac -
indimenticabile interprete di canzoni delgi anni '80 quali CANZONE
SENZA INGANNI, STELLA DEL NORD- George Moustaki - autore di LE
METEQUE), oltre che essere accompagnato da LINO MUTTON e FEDERICO
GIROTTO rispettivamente alle chitarre ritmica e solista e da FLAVIO DI
GIACOMO alla batteria e percussioni. Apprezzabile.
Paolo Santini |
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Paolo Terlingo & Andrea Sacchi "Seven
Days "
www.therudemood.net
Emozioni. Differenti emozioni
trasmesse ad ogni brano dal duo Terlingo & Sacchi.
Il loro "libro musicale" parte con un blues sanguigno che si stempera
per i primi cinque capitoli; lascia poi spazio ad una "serata" intrisa
di sonorità misteriose in EVE. Respiriamo nuovamente aria blues con una
forte connotazione New Orleans in LOST. Musica evocativa nelle corde di
Terlingo nella splendida THE LAST GO-ROUND, nella quale il musicista
punta dritto al cuore (ne consigliamo l'ascolto durante l'alba di una
rigida e serena mattina invernale).
Rientro nel blues di PLIMOUTH FURY III con "Mister Slim" Sacchi in
versione acustica in grande spolvero. aria di field holler nella vocale
THE FALL, che passa il testimone alla conclusiva SAME SHIT, DIFFERENT
DAY, dal cui titolo traspira chiaramente il feeling che il duo vuol
comunicare all'ascoltatore.
Ottima musica, egregiamente eseguita da un Terlingo chitarrista e
vocalist di rango e Andrea "The Slim" Sacchi che via via snocciola
assoli di gran livello che rendono il CD piacevole e mai banale.
Consigliato. Paolo Santini |
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The RUDE MOOD "Live
in Ireland "
www.therudemood.net
Nella home del loro sito si
legge:" Cinque musicisti spinti insieme a fare del blues un po'
sanguigno". Descrizione azzeccata. E si coglie concretizzata nel loro
ultimo lavoro LIVE IN IRELAND, registrato quasi interamente nel corso
del tour tenuto nell'agosto del 2009 nella verde Irlanda. Ed anche se
ammirando le foto del booklet incluso nel CD, trasudano le armonie da
fiddle irlandese, è tuffandosi nell'ascolto dei brani che veniamo
innondati da un mix di blues-jazz intriso di funk di ottima fattura. La
band egregiamente capitanata dal vocalist chitarrista PAOLO TERLIGO è
composta dal giovane ALESSANDRO "Mannish Boy" BERNINI al pianoforte
(venti che, anzichè essere l'effettiva età che ha, sentendolo suonare,
sembrerebbero piuttosto gli anni di carriera all'attivo), WILLIAM
"Blueswillis" MORONI rutilante alla batteria, DAVIDE "Basna" BUSNELLI
notevole al basso, e ANDREA "The Slim" SACCHI all'armonica, vera
"ciliegina sulla torta". Che dire? Cinque musicisti di indubbio valore,
assoli che rapiscono l'anima, con Terligo che sfoggia sembianze da
George Benson in BLUES FOR BREAKFAST e Mister Slim Sacchi che
inizialmente inganna l'orecchio con riff noti per poi aprire il sipario
su tutto un campionario esperienziale di notevole valore.
Ingiustamente, segnaliamo anche NOTHIN WRONG e, pazientando un po' al
termine di DANIELLE, la piacevole ghost track rigorosamente blues THE
LONESOME SLIM CABIN. Frizzante. Paolo Santini |
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