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  Le ultime uscite discografiche:Arturo Circo Fiesta, Francesco Greggio,Light Chili, Bad Chili, Enrico Pitaro, Destino, I sing Love, Meditronica, SOMMA, Arbe Garbe e Eugene Chadbourne, Mark Slim Katrina, Robi Zonca, Lino Muoio, Flavio Paludetti.  
 

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Arturo Circo Fiesta "...e lo chiamerai Giovanni"
www.myspace.com/arturofiestacirco
C'è profumo di chanson française nel lavoro dell'Arturo Circo Fiesta. E nell'aria gitana d'Oltralpe seguiamo la storia che ci narrano, una storia che immediatamente appare nota (“...prendimi se riesci, rispetto solo quello che moltiplicava i pesci...”), una storia che mascherata dalla vita circense, svuota il senso religioso da ogni legame gerarchico, riconducendo all'unica persona “affidabile”, il “rivoluzionario pianista senza piano”. Troviamo quindi anche l'Arcangelo Gabriele nei panni dell'Acrobata, e Maria, Madre di Gesù, nei panni della Ballerina. I francesismi della fisarmonica di Armando Illario impreziosiscono il poema musicale che SERGIO ARTURO CALONEGO (voce e chitarra), SARA DENOVA (pianoforte), GIUSEPPE MAGNELLI (chitarra), FABIO BIANCO (basso) e FABIO GIUSSANI I(batteria e percussioni) ci presentano lungo le dieci tracce del CD. Culmine di ciò lo si avverte chiaramente in “L'Acrobata”, dove a tratti risuona in testa AUTUMN LEAVES, oh -pardon- LES FEUILLES MORTES. L'esperienza dell'italo-belga Calonego maturata in tour live esprime in questo lavoro la maturità del capo-banda e il valore dei musicisti che lo accompagnano. Abbiamo tra le mani un CD che, al primo ascolto, lascia senza dubbio interdetti o, quantomeno, stupiti. Riascoltandolo, lo si vede sotto una luce completamente differente.
Non di solo Blues vive l'uomo. Paolo Santini

 
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Francesco Greggio BLUE HOMEWORK
www.myspace.com/francescogreggio
Classe 1982, Francesco Greggio esce definitivamente allo scoperto col suo primo CD "BLUE HOMEWORK". E appunto il “compito” da lui svolto è di grande valore, mettendo in luce la personalità poliedrica di questo chitarrista blues nel quale si colgono contaminazioni rock, funk, fusion e jazz. Cosa che colpisce immediatamente con il brano di apertura "TIME FOR ME", al limite dell'hard nonostante si avverta la classica struttura a 12 battute. Un salto nel sound degli anni '70 accompagnati dal funk "CHICKEN FOR BREAKFAST", poi si passa al pop di "ONLY LOVER", un po' alla “Wild Horses” di Gino Vannelli. Ottimamente coadiuvato dai Sucker Punch (ovvero: Chris Boulet vocalist, Giorgio Bradaschia al basso e Gianmatteo Lucchin alle percussioni) e da da due Special Guests quali Alessandro Zaia al basso in "SUCKER PUNCH" e Marco Rettore percussionista in "COMIN' HOME BABY", Francesco ha modo di aprire varchi tra i generi citati, tra i quali si giostra equamente e si dimostra sempre a proprio agio. A metà CD questo giovane chitarrista mette in mostra i muscoli con la tecnica di "RUDE MOOD" (di Steve Ray Vaughan - una delle poche tracce non composte da Francesco), eseguita dall'inizio alla fine senza un attimo di respiro. La miscellanea di cantato e strumentale è ben equilibrata. Brano d'effetto "OLD DOG", dove si vira decisamente sul blues lento della migliore tradizione, anche se il brano più vario è decisamente "SUCKER PUNCH", dove il ritmo latino-americano concede una parentesi al sincopato jazz; peccato l'assenza di un percussionismo più variopinto ed adeguato al brano. Chiusura con la dolcezza acustica di "OUT OF THE NEST", che cela una ghost track nella quale l'artista ribadisce comunque la sua predilezione al blues. Decisamente gradevole.
Paolo Santini

 
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  Light Chili LIGHT CHILI

Domenico Canale (blues harp and Vocal) e Fabrizio Canale (dobro guitar, vocal and blues harp): questi i componenti del duo Light Chili (anche se, a dire il vero, in alcuni brani sembrano essere molti di più!). Il loro percorso musicale si basa prevalentemente sul blues più tradizionale, spaziando anche nel Jazz e non disdegnando qualche puntatina nel rock. Passiamo quindi da brani come “Mellow Down Easy”, “Walkin' blues”, “Mystery Train”, per poi approdare ad una scoppiettante versione perlappunto rockeggiante di “Alright now” e fare una nuova sosta sulla celeberrima “Caravan” di Duke Ellington. Ottima chiusura con “Knock me a kiss” eseguita a due armoniche.
Per non farsi mancare niente, “Big Bad Karma Kicks my teeth” (presente in versione live), composta proprio da Fabrizio, ottimo menestrello e giullare non appena indossa la sua dobro per mettersi “al servizio” di papà Domenico (anche se, in realtà, sembrano fratelli...) che con piglio da bluesman navigato quale è, passa da voce ad armonica con impressionante agilità.
Seguiti dal vivo al recente 23° Ferrara Buskers Festival Ed.2010, si rimane impressionati dalla carica travolgente che mettono in ogni brano, trasformandolo in potente “essenza musicale”, potente proprio come la squisita Chili Jam (reggina come loro) sapientemente confezionata da Eleonora, ovvero moglie e mamma Canale.
Degno di menzione: a parte qualche pezzo tratto da concerti live,il CD è quasi interamente registrato in casa, anche se la qualità sia da sala di registrazione professionale. Piacevolmente sconvolgente. Paolo Santini

 
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  Bad Chili HOT BLUES WITH FUNKY

“Ingredienti: blues, funky, rock, birra, ragazze, rap, rum &...HOT BAD CHILI!!!” è quanto promette la copertina interna del CD. E ascoltandolo si ritrovano tutti ( a parte birra, rum e ragazze).
La band di Reggio Calabria composta da Domenico Canale (armonica e voce), Fabrizio Canale (Basso e armonica), Rodolfo Megale (chitarra), Mario Licciardello (Basso), Angelo Puglisi (percussioni e voce), Ercole Cantello (percussioni), passa agevolmente dai generi elencati con sorprendente semplicità.
In questo HOT BLUES WITH FUNKY troviamo sei tracce più due (non indicate nel CD) di grande impatto da gustarsi tutte d'un fiato: a Checkin up on my baby di Sonny Boy Williamson II il compito di aprire (con risultato più che degno). Si passa poi a Heart of stone, poi svolta decisamente funky con Play that funky music; via via, passando per la famosa Hey Bartender rispolverata dai Blues Brothers, fino a Caldonia, noto successo di Louis Jordan. Un'intensità e una carica coinvolgenti che rendono il lavoro di grande spessore. Notevole. Paolo Santini

 
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Enrico Pitaro CHIAROSCURI
Lo spirito jazzistico di Enrico Pitaro sforna un nuovo lavoro in grande stile. Accompagnato da ottime collaborazioni (Adamo, Negri, Odorici, Tamburini) e da una sezione ritmica invidiabie crea un sound che spazia dal jazz più classico, al funky, passando da venature fusion, gipsy e blues.
Le Composizioni sono tutte originali e danno luogo a una magia di 55 minuti in grado di far viaggiare nel tempo. Si sentono già dalla prima traccia (“Behind the sound”) gli echi di Wes Montgomery e di McCoy Tyner però sempre in un contesto di novità.
In “For you” l’armonica di Angelo Adamo si rincorre con la chitarra creando un gioco di “chiaro scuri” che rendono questa ballad coinvolgente e imprevedibile.
La sesta traccia, “gipsy dream”, invece, è un film che parla di un paradossale incontro tra Django Reinhardt e un organo Hammond, il risultato è eccezionale.
Da non perdere. Gianandrea Pasquinelli

 
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Dune DESTINO
Gianluca Paciola vocalist, Eugenio Piccolo alle chitarre, Guido Paciola al basso, Francesco Paciola
alla batteria e alle percussioni, Diego Altomare alle tastiere: questi sono i componenti dei DUNE,
gruppo pop cosentino che si ripresenta al pubblico con DESTINO, quarto CD nel quale ci deliziano
con nove tracce quasi interamente composte da loro.
Brani ben suonati ed equilibrati, ricchi di passione mediterranea, frutto della grande tradizione musicale italiana ancora in grado di produrre ottimi lavori.
Il brano di apertura Dune di rabbia introduce sound tribali che immediatamente lasciano il posto alla loro pop music funkeggiante che ritroviamo lungo il resto del CD. Dopo la malinconia di Aguzzino, ci rituffiamo nel clima easy di Keep on walking, nel quale dà il proprio apporto alla band Angelo Adamo all'armonica cromatica, molto "wonder", a conferma della sua poliedricità (artista che interpreta jazz, classica, pop con la stessa geniale semplicità), e con fare
umoristico quando, sul finale del brano con i restanti strumenti già riposti mentre lui si trova ancora allegramente inerpicato sull'ennesimo assolo, urla:"...ma perchè finisce così?!?". Lo ritroviamo ancora in Sola e Verso di te.
Con On my own, unica traccia non autoprodotta ma ben interpretata, presa in prestito da Nikka Costa e rispolverata a quasi trent'anni dalla pubblicazione, Gianluca dà prova di essere a proprio agio anche con ballad di questo genere.Piacevole. Paolo Santini

 
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Lara Luppi I SING LOVE
www.laraluppi.com
Settimo lavoro per LARA LUPPI, jazz singer che rivisita in questo I SING LOVE alcuni tra i più conosciuti standard del panorama jazzistico. Con la sua voce un po' Nora Jones prima maniera, Lara si trova a suo agio nel registro vocale medio-basso, invitando l'ascoltatore a chiudere gli occhi ed a sedersi al suo tavolo. Dopo i primi due brani, infatti, si passa alla celeberrima MOON RIVER, reinterpretata più come moderno brunch che come Colazione da Tiffany; ugualmente conserva l'eleganza di Audrey Hepburn, con l'aggiunta dell'estro cromatico di Angelo Adamo (che ritroviamo con fraseggi sassofonistici anche in AIN'T NOBODY'S BUSINESS IF I DO e WE CAN MAKE IT: autentica ciliegina sulla torta). Senza alcun timore reverenziale, anzi, forte della propria personalità, Lara offre le proprie versioni di brani immortali quali COME RAIN OR COME SHINE o MY FUNNY VALENTINE (coadiuvata in quest'ultima da Antonio Imparato alla voce e alla tromba). In questo CD Lara è accompagnata dal Massimo Faraò Trio, composto da Massimo Faraò al pianoforte, Carmelo Leotta al contrabbasso e Carmen Intorre alla batteria. Per palati raffinati. Paolo Santini

 
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Ashtech & Polcari MEDITRONICA
RareNoiseRecords
Prendete un basso, datelo in mano all'italianissimo Ashtech e, quasi per miracolo, lo strumento che siamo soliti vedere in veste di “accompagnatore”, è in questo CD assurto al titolo di miglior interprete del dub, genere indubbiamente snaturato rispetto alle origini.
Dieci tracce di ottima world music in stile lounge, nate dalla collaborazione in primis del tastierista Paolo Polcari, del cantante degli Almamegretta Raiz e di Eraldo Bernocchi, chitarrista e produttore messosi in luce per la sua forte attrattiva verso la sperimentazione.
L'atmosfera avanguardista di ogni brano impedisce l'interruzione dell'ascolto prima del decimo ed ultimo brano. Ottima Rainbow Rain; aria tetra ed intrigante conferita dal vocalist in Dame Paz, basso che fa da padrone in Azimuth Navigation come pure nella opening Mediterranean Electronics, clima interplanetario in Andromeda e The Third Planet, per tornare nell'area mediterranea con Ki Eshmera Shabbat, melodia israeliana di origine turca il cui testo originale parla dell'importanza della festa ebraica citata nel titolo stesso.
Per molti, ma non per tutti. Paolo Santini

 
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Eraldo Bernocchi SOMMA
RareNoiseRecords

SOMMA e' uno dei punti di osservazione di Eraldo Bernocchi, storico esponente del panorama underground italiano, musicista capace di trasfigurarsi in sembianze Noise, il progetto di culto Sigillum S, o in ricami elettro-folk pertinenti alla visione etica di Summa; 23 Wheels Of Dharma e' un crocevia sonoro di culture rituali rielaborate attraverso l'elettronica e il dub; una visione globale quella di Bernocchi che si estende come una idrovora negli spazi percettivi delle diverse conoscenze; il disco registrato nel corso di una performance audio-visiva curata nella parte visuale da Petulia Mattioli si compone di 8 tracce prive di scrittura, frutto della creatività istantanea di un cast di altissimo livello come Bill Laswell, Nils Petter Molvaer, Hamid Drake, Raiz, Lorenzo Esposito Fornasari e Faraualla; a chiudere il cerchio la presenza vitale e apparentemente fuori contesto di sei monaci Tibetani a suggellare un progetto che lavora attivamente alla loro causa. Un evento live anomalo, unico e irripetibile. Gianandrea Pasquinelli

 
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Arbe Garbe e Eugene Chadbourne The great prova
CPSR/Venus
zoncaNello spirito blues che di piu' non si puo' piove inatteso questo live di una splendida band friulana, gli Arbe Garbe in felice compagnia del new yorkese Eugene Chadbourne, informale chitarrista e banjoista dalle linee melodiche spigolose e imprevedibili. The great prova abusa a piene mani in territori al confine tra l'energia bestiale punk, tradizione folk popolare autoctona dei rispettivi artisti e la nevrosi creativa del free-jazz radicale. Fotografia completa della devastante presenza scenica della band, il disco oscilla tra momenti ludici e danzanti (The old piano, Vos di Ploe, Women against pornography), caleidoscopi energetici (Why kids go to school), sprazzi di punk-balcanico (Sawakkalakitcha, Cuk Se je Ozenu). El Bus dal Cul Dal Mond chiude smodatamente l'ennesimo episodio di una delle migliori realta' musicali nostrane.
Gianandrea Pasquinelli

 
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Mark Slim Band Katrina
Marco Carraro

Mark Slim, il cantante / chitarrista Padovano e' in una fase di grande crescita artistica musicale; abbiamo da poco licenziato il suo convincente lavoro acustico in compagnia di Fabrizio Solda' (che potete trovare in questa stessa pagina) ed ecco qui una nuova e inattesa uscita: Katrina in quartetto elettrico; un disco omaggio alle vittime e ai superstiti del tremendo Katrina e un'occasione per dimostrare una inconsueta abilita' nel maneggiare diversi stili blues; 14 tracce, pochi remake, molti originali, tutti scelti con intelligenza e gusto tra gli archivi delle diverse aree geografiche; Texas blues, con omaggi a Lighting Hopkins e Jimmie Vaughan, le regioni del delta con Big Road Blues e Pony Blues (un'idea già esplorata dai Canned Heat), il West Coast con Bop Hop di Pee Wee Crayton; Mark Slim ha profondi ascolti e tecnica chitarristica flessibile e ponderata, capacita' inconsuete in giovane eta', valori che lo rendono umile e appropriato nei diversi contesti esplorati; un maggior lavoro sulla vocalità consentirebbe un ulteriore salto di qualita' e un posizionamento ai primi posti della chitarra blues italiana. Gianandrea Pasquinelli

 
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Robi Zonca So Good
Robi Zonca on MySpace
zoncaAl pari delle sirene di Ulisse, l'ultimo lavoro di Robi Zonca cattura l'ascoltatore; con la differenza che quest'ultimo ci accompagna per circa 45 minuti di autentico paradisiaco ascolto. La statura artistica di Robi si avverte nelle varie tracce (per la maggior parte composte da lui stesso) che, dopo la carica rock del brano di apertura, spaziano tra RnB e Jazz, evidenziando notevole padronanza vocale, prediligendo il registro medio-alto sia come lead vocal che come corista, e grande tecnica chitarristica. Coadiuvato da una grande sezione ritmica, si coglie una farcitura di Incognito in "Feel like dancing", egregiamente proposta anche in un successivo reprise col grande Fabrizio Bosso alla tromba. Oltre a Bosso, anche il duetto con Sabrina Kabua ed il brano cantato da Luther Kent evidenziano ulteriormente la qualità del lavoro musicale di Zonca, giunto con questo "SO GOOD" alla registrazione del suo quinto lavoro. Da non perdere.
Paolo Santini

 
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Lino Muoio Blues on me
Lino Muoio

I bei tempi non sono ancora finiti; Lino Muoio dopo anni di intensa militanza nel circuito blues napoletano, licenzia il primo lavoro solista, Blues on Me, regalandoci un disco crepuscolare che evita con decisione le asprezze acide e grezze dei scultorei cantori del delta; 11 tracce che onorano la scrittura personale, tutti i brani sono originali, e omaggiano il lato sereno e gli umori vitali del blues, quelli stratificatisi nell'area di Memphis, Tennessee, e poi portati a sintesi estrema dalle migliori jug e string bands del tempo; in Blues on Me, Muoio si fa' sostenere da due vecchie conoscenze del blues campano, i pilastri della storica band Blues Stuff, Guido Migliaro alla voce e Mario Insenga alla batteria; Muoio concentrato alla chitarra slide e acustica, al banjo e mandolino si concede spedite figure ritmiche e melodiche nel solco della tradizione di Charlie McCoy e dei gia' velatamente citati Memphis Jug Band e Mississippi Sheiks; il momento migliore il travolgente No Time Blues dove il nostro si doppia al banjo e al mandolino; eccellenti anche le tracce che vedono la partecipazione dell'intrepido Massimo Furio, autore di linee espressive e vibranti all'armonica diatonica (Break me Down e Feelin' Down); prodotto intelligente carico di sapienza e amore. Gianandrea Pasquinelli

 
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Flavio Paludetti First Love
Flavio Paludetti on myspace

"NICE ONE!" direbbe Nick The Nightfly (noto Dj di RadioMontecarlo) quando ha fra le mani un CD come FIRST LOVE di Flavio Paludetti. Un viaggio tra jazz, R&B e funky, con atmosfere ovattate molto easy nelle tracce centrali del CD, dopo una partenza all'insegna del jazz. In questo lavoro, Flavio inserisce brani composti da lui stesso ("First Love", che dà  anche il titolo al CD, "Green eyes on me" e il finale "I've got to move"), nei quali, oltre a riferimenti stilistici a grandi del calibro di BB King, Steve Ray Vaughan e George Benson, affiora un po' di Ritenour ed anche Robert Johnson in "I just want to make love to you". Accompagnato da Manuel Pestrin alla batteria, Michele Bonivento all'organo e James Thompson al sax tenore, notevole guest in smoking e scarpe di vernice in First Love, per poi vestire eleganti stracci funky nel finale "I've got to move". Godibile. Paolo Santini

 
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